“A Peppe Antoci non l'hanno voluto ammazzare, però quando escono i miei parenti dal 41 bis lo ammazzano". Questa frase contenuta in una intercettazione telefonica fra mafiosi ha il significato inequivocabile di una minaccia pesante e pericolosa nei confronti di Beppe Antoci al quale rivolgiamo tutta la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Così in una nota la Cgil nazionale e la Cgil Sicilia. 

"Antoci ha avuto grandi meriti nello svelare un sistema malavitoso che faceva per anni incetta di danaro pubblico ed europeo ingrassando la così detta "mafia dei pascoli". Non solo. Attraverso un protocollo, diventato poi legge nazionale, Antoci - prosegue la nota - ha consentito allo Stato di dotarsi di uno strumento potente di contrasto all'azione delle mafie. A questo uomo dobbiamo molto e chiediamo innanzitutto alle istituzioni di fare il possibile per tutelare. Ai cittadini, ai lavoratori, alle forze sane della Sicilia chiediamo il massimo sostegno e la massima vicinanza a Beppe Antoci".