Roma, 28 novembre - “I divari Nord - Sud non si riducono, anzi continuano ulteriormente ad ampliarsi. Dopo la pandemia la ripresa tanto attesa non c’è stata: nel 2023 il Pil meridionale si contrae addirittura fino a -0,4%, e ora i rincari dei beni energetici e alimentari si scaricano più pesantemente sul sistema imprese e sulle famiglie del Mezzogiorno”. Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra commenta il Rapporto Svimez 2022, presentato quest’oggi alla Camera dei deputati.

“Un quadro preoccupante quello delineato dall’Associazione che diventa allarmante poiché - aggiunge il dirigente sindacale - si inserisce in un contesto già fragile. Mentre il Governo pensa ad abolire il reddito di cittadinanza, che per il Sud è stato un importante strumento di contrasto alla povertà, e a procedere con l’autonomia differenziata, nelle regioni meridionali restano ancora aperte le questioni del precariato, del lavoro povero, della disoccupazione giovanile e femminile, nonché dei differenziali di salario, e si registra un rischio di aumento della povertà. Occorrerebbe ricostruire una seria politica industriale a partire dal potenziamento e dalla riconversione delle filiere produttive territoriali”.

"Per favorire la coesione sociale - prosegue Massafra - sarà fondamentale la gestione delle risorse dei Fondi europei ordinari e straordinari per la coesione. Siamo consapevoli delle tante risorse europee ancora non spese nella programmazione 2014-2020, ribadiamo al Governo che è necessario accelerare per investirle nei territori più fragili del Paese, senza che rappresentino assolutamente un bancomat per fronteggiare l’emergenza. Sulla nuova programmazione 2021-2027 e sul Pnrr riaffermiamo la centralità del confronto con il partenariato economico e sociale, per realizzare investimenti finalizzati a creare lavoro di qualità e una vera strategia di sviluppo per il Sud e quindi per tutto il Paese”, conclude il segretario confederale della Cgil.