Da un decennio la contrattazione sociale territoriale è asse portante dell’agire CGIL. Grazie anche all’unicità dell’esperienza delle Camere del Lavoro, è cresciuta infatti la consapevolezza di dover affiancare alla tradizionale contrattazione nelle aziende quella con i diversi soggetti del territorio, sia su temi sociali che di sviluppo locale, per ricollegare con forza i diritti nel lavoro con i diritti di cittadinanza.

In un contesto di progressiva riduzione delle risorse e di tagli che investono i cittadini, l'organizzazione, la qualità e l’accessibilità dei servizi e degli spazi e la loro corrispondenza con i bisogni del territorio stesso, sono elementi essenziali per la qualità di vita delle persone e delle comunità.

La contrattazione sociale territoriale che è nata dunque come pratica di negoziare a livello territoriale e con soggetti prevalentemente pubblici - Comuni, Aziende di servizi e ULSS - prestazioni e tariffe, è divenuta ben presto il terreno che contribuisce più in generale all’integrazione dei servizi e al sistema complessivo del welfare territoriale.

Ecco perché, a partire dal 2015, attraverso lo sviluppo e il consolidamento della propria esperienza, il Sindacato unitario propone ai diversi soggetti del territorio con cui prima dialogava singolarmente, una PIATTAFORMA NEGOZIALE COMPLESSIVA, ovvero un piano sintetico del lavoro a livello territoriale che vuole intercettare protagonisti e strategie per l’inclusione sociale, la tutela dei diritti e lo sviluppo del territorio attraverso richieste specifiche e proposte concrete a 360° a livello: