Il decreto legge 24/2022 interviene sulle misure di contrasto alla diffusione della pandemia rimodulando le disposizioni in ragione della fine dello stato di emergenza a decorrere dal 31 marzo 2022 e del progressivo attenuarsi della crisi sanitaria.
La norma, dunque, nel superare il sistema di zone a colori, modifica i termini di utilizzo delle certificazioni verdi (green pass base e green pass rafforzato) e i relativi tempi di vigenza, così come interviene sulla durata degli obblighi vaccinali e dell’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie.
Il decreto nel voler rispondere all’esigenza di una progressiva ripresa di tutte le attività in via ordinaria, dunque, procede all’allentamento di alcune disposizioni di contenimento del contagio e al non condivisibile superamento di importanti strumenti di tutela, su tutti quelli rivolti alle lavoratrici e ai lavoratori fragili e quelli rivolti ai genitori con figli in condizione di fragilità o posti in isolamento in seguito a contagio, che cessano al 31 marzo 2022.
Le disposizioni contengono ulteriori e specifici profili di criticità in relazione a quanto previsto per il sistema di istruzione con alcune misure che risultano errate sotto molti profili: introducono discriminazioni tra il personale dello stesso comparto; sottraggono fondi ai Contratti integrativi delle scuole; contraddicono l’operato dello stesso Ministero in materia di didattica a distanza.
Gli allentamenti previsti avvengono senza che, inoltre, vi sia un intervento sui Sistemi Sanitari Regionali volto a metterli nelle condizioni di rispondere adeguatamente alle conseguenze di due anni di pandemia e ad una gestione “ordinaria” di una eventuale nuova recrudescenza dei contagi, né che vi sia la garanzia da parte del Governo e delle amministrazioni ad ogni livello di accompagnare questo progressivo, e da tutti auspicato, ritorno alla piena normalità con un’adeguata attenzione a ciò che il pieno superamento delle misure di contenimento, che inizierà dal 1 maggio, potrà comportare.
In particolare riteniamo necessario prevedere che vi sia un costante e continuo confronto con le parti sociali volto a mantenere in essere tutti gli strumenti di prevenzione - a partire dai Protocolli per la sicurezza -, necessari a rendere i luoghi di vita e di lavoro sicuri sia per le lavoratrici e i lavoratori che vi operano sia per la popolazione tutta che vi accede.

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