Roma, 27 ottobre - "L’esito della votazione di oggi sul ddl Zan, ampiamente prevedibile dopo il via libera al voto segreto, affossa i diritti delle persone e riconsegna l'Italia al poco onorevole novero dei paesi che non si sono ancora dotati di una legge di contrasto ai crimini d’odio occasionati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere delle vittime. Le persone gay, lesbiche e trans, le donne e i disabili continueranno ad essere relegati in un limbo fatto di violenza e negazione di diritti elementari come se si trattasse di cittadine e cittadini a tutela limitata". Questo il commento di Sandro Gallittu, responsabile Ufficio Nuovi diritti della CGIL nazionale, al voto del Senato sul disegno di legge di contrasto all'omolesbobitransfobia, al sessismo e all'abilismo.

"Siamo di fronte al trionfo della parte più reazionaria e integralista del nostro paese, a cui hanno contribuito parti importanti della stessa maggioranza che aveva approvato il testo alla Camera", sostiene il dirigente sindacale. "È facile prevedere - aggiunge - che ricominceranno i richiami dell’Unione Europea di fronte ai quali la nostra classe politica ha dimostrato totale sordità". Inoltre Gallittu sottolinea che "l’azione antidiscriminatoria nei posti di lavoro, già colpita dalle riforme degli ultimi anni dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, continuerà a risentire della mancanza di una legge di deciso contrasto alle discriminazioni".
 
"La nostra battaglia proseguirà - conclude - nel solco dei principi più volte enunciati in questi anni e al fianco della comunità gay lesbica e trans".