Roma, 13 febbraio – L’analisi elaborata dall’Osservatorio sulla Previdenza della Fondazione Di Vittorio e dalla Confederazione sui dati Inps aggiornati al tutto il 2020, confermano quanto la Cgil aveva previsto: ‘Quota 100’ nel triennio 2019-2021 coinvolgerà 348 mila persone e verranno spesi quasi sette miliardi di euro in meno rispetto a quelli inizialmente previsti dal decreto 4/19.

“Le domande di ‘Quota 100’ presentate sino al 31 dicembre 2020 sono 359.964 – spiega Ezio Cigna, responsabile Previdenza pubblica della Cgil nazionale – ma le accolte sono state solo 267.802 (di cui solo il 28,8% donne), mentre 46.440 sono le respinte e 45.722 sono ancora in istruttoria. Numeri che – prosegue – sviluppati secondo l’attuale flusso delle domande, confermano che ‘Quota 100’ è una misura che coinvolgerà poco più di un terzo della platea prevista nel triennio, ossia 384 mila persone anziché 973 mila, determinando un avanzo importante di risorse”. “Nel prossimo triennio, anche analizzando il blocco dell’adeguamento alla speranza di vita e la proroga di Opzione donna – spiega poi Cigna – non verranno utilizzati 6 mld 468 mln, e nello specifico 1 mld 309 mln nel 2019, 2 mld 746 mln nel 2020 e 2 mld 411 mln nel 2021”.

“Il tema della previdenza dovrà essere nella prossima agenda del Governo – afferma Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil – e vi sono le condizioni per intervenire nell’attuale sistema, che va superato, prevedendo una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni, o con 41 anni di contributi, interventi a favore delle donne, dei lavoratori precoci, dei lavoratori gravosi o usuranti, dei disoccupati. E occorre introdurre una pensione contributiva di garanzia per i lavori poveri o discontinui e per i più giovani. Ci auguriamo – conclude il dirigente sindacale – di poterci confrontare al più presto su questi temi con il nuovo Governo affinché si possano ottenere dei risultati concreti e immediati”.

→ Analisi dei costi del decreto 4/2019 dell’Osservatorio sulla Previdenza FDV – Cgil nazionale