Pubblichiamo il testo della Relazione della V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) sulla individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund e il testo della Relazione sulla Proposta di «Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza», delle Commissioni riunite 5a (Bilancio) E 14a (Politiche dell'Unione Europea) del Senato, approvati entrambi il 12 ottobre 2020.
Dalla lettura degli stessi risulta evidente quanto il tema della transizione digitale sia considerato centrale perché, “riguarda trasversalmente, sia pure in modo differenziato, tutte e sei le missioni contenute nelle linee guida presentate dal Governo”.

Per questa ragione, che riteniamo condivisibile, si riscontrano negli interventi delle diverse commissioni indicazioni chiare affinché “qualsiasi indirizzo nell’uso delle risorse del PNRR in materia debba risultare coordinato con il quadro complessivo delle iniziative in atto".


Nel primo documento in oggetto, particolare rilievo assumono le osservazioni della IX Commissione permanente (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI), che pur valutando positivamente lo schema, pone una serie di rilievi riguardo alla necessità di sfruttare la drammatica esperienza della pandemia da Covid19 per consolidare la consapevolezza di quanto sia necessario mettere tutto a sistema:

“Gli elementi abilitanti di questa vision di trasformazione, talvolta anche detta paradigma «smart », sono le sottostanti tecnologie di trasporto delle informazioni, fra cui la banda ultra larga, sia fissa che mobile, dunque lo sviluppo degli accessi in fibra ottica e il 5G...”

Seguendo questo approccio, viene evidenziata la possibilità di sviluppare obiettivi cosiddetti «orizzontali», che intervengono cioè su tutte le missioni del PNRR.

Sul tema specifico della Infrastrutturazione digitale e dell’uso razionale delle risorse, le osservazioni fatte indicano l’esigenza di attuare “eventuali iniziative per il potenziamento e lo sviluppo delle reti di telecomunicazione” che “non possono prescindere da un lato dalle nuove tecnologie disponibili (edge cloud e intelligenza artificiale nelle reti), ma anche dalla ricognizione dell’esistente e delle reti già pianificate con iniziative private e pubbliche.”

Viene dunque chiesto di procedere con una mappatura (entro i primi mesi del 2021) di tutti gli interventi pubblici e privati già in essere, in modo da evidenziare quali siano le zone rimaste scoperte da adeguata copertura e indirizzare le risorse del PNRR verso tali aree di priorità.
Per quanto riguarda la connettività, una forte raccomandazione spinge in direzione dell’eliminazione del gap esistente “tra l’effettiva presenza della rete in fibra ottica e l’impossibilità, per mancanza di risorse, in particolar modo delle amministrazioni pubbliche
locali, di adottare servizi con performance tecnologiche elevate (con l’attivazione di soluzioni specifiche adatte all’utilizzo intensivo da parte di molti utenti in contemporanea come scuole od ospedali).”


Infine, viene considerato prerequisito essenziale un investimento per lo sviluppo delle skill digitali in tutti i settori, partendo dalla scuola fino ad arrivare alla pubblica amministrazione, “per mettere in atto piani di trasformazione digitale della società e dell’economia”.


Nel secondo testo vale la pena evidenziare la raccomandazione fatta dalla 8a COMMISSIONE PERMANENTE (LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI), la quale “raccomanda vivamente, oltre ai necessari investimenti per consentire al Paese di essere al passo con altri partner mondiali, la puntuale e doverosa tutela degli interessi nazionali e della privacy dei cittadini attraverso la costante promozione del ruolo di garanzia che lo Stato deve mettere in campo”.

Con riferimento alle aree di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico, sul tema della digitalizzazione del Paese il richiamo riguarda tre temi:
- lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi digitali del Paese (datacenter e cloud);
- la promozione degli investimenti che favoriscono l’innovazione in settori strategici, tra i quali quelli dei trasporti e delle telecomunicazioni;
- la realizzazione di interventi per il completamento della rete nazionale in fibra ottica e lo sviluppo delle reti 5G, con riguardo a tutte le aree del Paese, comprese quelle a fallimento di mercato, e a tutte le componenti della popolazione.

Il contenimento dovuto alla pandemia da COVID-19 ha messo in rilievo l’importanza di investire nella digitalizzazione, evidenziando quanto le infrastrutture digitali possano e debbano rappresentare il volano per il rilancio del Paese, in tutti i settori.
Il percorso che porterà alla valutazione e all’approvazione dei PNRR come è noto è appena iniziato e le bozze predisposte dai Governi degli Stati membri dovranno trasformarsi in proposte definite e definitive entro il 30 aprile 2021. Quello che è certo è che con il Piano Next Generation Eu l’Unione Europea predispone per la prima volta nella storia un intervento di ingenti somme il cui utilizzo deve essere prioritariamente orientato per la realizzazione di interventi strutturali che, come suggerisce il nome stesso, guardino alle prossime generazioni.

Si tratta di un’occasione senza precedenti, che mette a disposizione del sistema Paese risorse in grado di consentirci di superare il “digital divide” sia da un punto di vista tecnologico che di adeguamento delle competenze (l’ultimo rapporto “Digital Economy and Society Index (DESI)” pone l’Italia praticamente all’ultimo posto soprattutto sul livello di competenze digitale del capitale umano).
Naturalmente, nessun processo di digitalizzazione può realizzarsi senza che il Paese sia dotato di una rete unica a Banda ultra larga. Per questa ragione la firma del memorandum fra Tim e CDP per la costituzione di una società che dovrà costruire la rete in fibra nazionale unica rappresenta una novità importante nella politica infrastrutturale del Paese.

L’obiettivo è e rimane quello di rafforzare il sistema di telecomunicazioni europeo e di trovare sinergie affinché l’Europa possa concorrere a pieno titolo ad affrontare le sfide del 5G.

Infine, vale la pena sottolineare che la crisi pandemica ha evidenziato come esista ormai un diritto alla connettività, il che impone di mettere in campo un ingente investimento diretto all’ammodernamento anche delle competenze digitali.

Il superamento della condizione di arretramento infrastrutturale fra le diverse aree del paese dovrà dunque essere necessariamente affiancato da uno sforzo formativo altrettanto eccezionale a partire dai luoghi di lavoro, favorendo strumenti di politiche attive che agevolino i processi di aggiornamento delle competenze o l’acquisizione di nuove.