Il Documento Programmatico di Bilancio (Draft Budgetary Plan) rappresenta un ciclo aggiuntivo di monitoraggio e di valutazione delle politiche di bilancio dei paesi dell'area euro. Entro il 15 ottobre di ogni anno, gli Stati membri trasmettono alla Commissione Europea, all'Eurogruppo e al  Parlamento un  progetto di DPB per l’anno successivo. In particolare oltre alle valutazioni economiche, il DPB è rilevante perché definisce le risposte alle Raccomandazioni specifiche della Commissione UE e delinea le scelte principali per la legge di bilancio. 

Il DPB 2022 
Il DPB 2022 conferma sostanzialmente le previsioni contenute nella Nota di aggiornamento DEF (Leggi l’analisi  della  CGIL) con le previsioni di crescita annuale del PIL al 6,0 per cento.  

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Gli aggiornamenti riguardano essenzialmente la dinamica di inflazione tendenziale che in settembre è salita al 2,6 per cento,  trainata dai beni energetici regolamentati (+34,3  per  cento)  e  dagli  altri  energetici (+13,3  per  cento),  mentre  l’inflazione  di  fondo (prezzi al consumo esclusi energetici e alimentari freschi) resta bassa (1,1 per cento in settembre). Sul versante degli  energetici, il Governo ha approvato nel mese di settembre un decreto legge che ha introdotto nuovi interventi di riduzione degli oneri fiscali gravanti sulle bollette di gas ed elettricità.  
L’altro elemento di novità riguarda il monitoraggio delle entrate che indica che il gettito definitivo per il 2021 potrà essere superiore alle stime della Nadef per 800 milioni circa e la previsione delle entrate contributive per l’anno in corso è rivista al rialzo per 300 milioni circa. 

Sul versante previsionale, nella premessa di una progressiva riduzione delle restrizioni determinate dal Covid 19 e un avanzamento delle condizioni sanitarie generali anche in relazione alla campagna vaccinale, si prevede che PIL e l’occupazione avranno recuperato solo nel 2024 la caduta e la mancata crescita rispetto al livello del 2019. Si conferma inoltre, quanto già previsto dalla Nadef,  l’obiettivo di riduzione del deficit strutturale e il rapporto debito/PIL intorno al livello pre-crisi entro il 2030.

La  strategia che il Governo definisce per raggiungere questi obiettivi contenuta nel documento inviato alla UE è essenzialmente  legata alla crescita del PIL stimolata dagli investimenti e dalle riforme previste dal PNRR e dal conseguimento di surplus di bilancio primario attraverso la moderazione della spesa pubblica corrente (!) e ad accrescere le entrate fiscali attraverso il contrasto all’evasione.  
 
Le raccomandazioni Europee  
Le Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea per l’Italia contenute e recepite nel DPB sono essenzialmente tre: 

  1. pieno utilizzo delle risorse fornite dallo Strumento per la Ripresa e la Resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF) 
  2. politica di bilancio “prudente” 
  3. qualità della finanza pubblica e delle misure di politica economica finalizzate non solo alla crescita ma anche al miglioramento della sostenibilità ambientale e sociale. 

La manovra 2022 
La Legge di Bilancio 2022-2024 nelle intenzioni del Governo punta a ridurre l’indebitamento netto (dal 9,4 per cento previsto per quest’anno al 3,3 per cento del PIL nel 2024) e l’obiettivo di deficit per il 2022 dal 5,9 per cento del PIL al 5,6 per cento. Sul versante generale ci si pone l’obiettivo di proseguire il sostegno all’economia nella fase di uscita dalla pandemia.   
La manovra è stata preceduta dal decreto legge n. 146 del 21/10/2021 contenente diverse misure in campo fiscale e per la tutela del lavoro e della sicurezza.  
Il quadro descrittivo contenuto nel DPB indica le seguenti misure: la riforma degli ammortizzatori sociali e un primo stadio della riforma fiscale, rifinanziamento dei fondi per gli investimenti dello Stato e delle amministrazioni locali e proroga gli incentivi all’efficientamento energetico degli edifici e per le ristrutturazioni edilizie, proroga degli  incentivi fiscali collegati a Transizione 4.0 ed il contributo a favore delle PMI per l’acquisto di beni strumentali (c.d. nuova Sabatini), risorse aggiuntive per il fondo per l’internazionalizzazione delle imprese ed il fondo di garanzia per le PMI, rifinanziamento del fondo sanitario nazionale e per l’acquisto dei vaccini Covid, risorse destinate alle Regioni ed agli enti locali, nonché al settore dell’istruzione, università e ricerca, intervento per rendere strutturale il congedo di paternità a 10 giorni e integrazione delle risorse per il reddito di cittadinanza e del fondo per l’occupazione e interventi in materia pensionistica “per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario”. 
La manovra delineata nel Documento Programmatico di Bilancio, che non definisce nel dettaglio le misure che saranno invece contenute nella Legge di Bilancio, indica con chiarezza la sua portata economica  (23  miliardi circa) e le risorse dedicate alle singole misure.
Da questo primo quadro possiamo sicuramente affermare che, se è positivo il rifinanziamento del SSN come richiesto dalla nostra organizzazione, sono assolutamente insufficienti i fondi previsti per sostenere gli interventi previdenziali. Inoltre, sul fisco,  in concomitanza con la definizione della delega fiscale che però avrà tempi più lunghi, l’anticipo di intervento previsto rischia di non determinare alcun effetto tangibile redistributivo se non sarà concentrato sui redditi bassi e medio-bassi.
Ricordiamo che sull’insieme delle nostre richieste, abbiamo chiesto unitariamente un incontro con il Governo preventivo alla definizione del provvedimento, in assenza del quale metteremo in campo tutte le iniziative necessarie.  

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