Di seguito riportiamo il contributo della CGIL al confronto avvenuto venerdì 10 dicembre nell'ambito dell'iniziativa ‘Uniamo l'Italia’ organizzata dal Ministro per la Coesione e per il Sud sulla programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027. 


In questa nota si sintetizza il contributo che la CGIL ha fornito nell’ambito dell’iniziativa promossa dalla Ministra per il Sud e la Coesione sulla programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027 e in particolare all’interno del Tavolo tematico su Competitività, imprese, lavoro, incentivi, tecnologie e energia.

In termini generali, la CGIL ha condiviso la scelta di avviare una programmazione del FSC per il prossimo settennio, per evitare che questo Fondo possa essere utilizzato al di fuori di un’impostazione strategica complessiva; ma soprattutto perché ne sia garantita la valorizzazione attraverso criteri di complementarietà, integrazione e addizionalità rispetto alle altre fonti finanziarie sia europee (Fondi SIE, PNRR), sia nazionali.
Per questo sul versante dell’utilizzo del FNC in chiave di cofinanziamento dei Programmi regionali 2021-2027, la CGIL ha espresso parere negativo.
Dal punto di vista del metodo, apprezzando l’intenzionalità della Ministra di confrontarsi con il partenariato economico sociali, la CGIL ha evidenziato innanzitutto la necessità che il confronto si strutturi in un percorso partenariale caratterizzato da¹:

- Garanzia di un confronto preventivo che consenta una partecipazione sostanziale e non burocratica del partenariato;
- Stabilità e continuità del coinvolgimento sia attraverso l’individuazione di spazi/luoghi dedicati e convocati in modo regolare, sia tramite la definizione di un cronoprogramma delle attività partenariali dalla fase di definizione della strategia programmatoria a quelle attuative e di monitoraggio;
- Adozione di un metodo di lavoro circolare e partecipato, basato sulla condivisione preventiva della documentazione, su attività di co-programmazione e di messa a disposizione di informazioni e dati (ex ante, in fase di attuazione, a livello di esiti e di impatto);
- Coinvolgimento preventivo e periodico rispetto alla pubblicazione degli Avvisi di finanziamento degli interventi (anche ai sensi dell’art. 49 del Regolamento delle Disposizioni Comuni della programmazione 2021-2027).

Inoltre la CGIL ha chiesto l’attivazione di una sede di coordinamento tra istituzioni pubbliche nazionali e territoriali (regionali e sub regionali) con il coinvolgimento del partenariato economico e sociale, finalizzato a predisporre i futuri Piani nazionali e regionali finanziati dal FSC in un’ottica di complementarietà rispetto ai Piani nazionali e regionali del prossimo ciclo programmatorio 2021-2027 e a missioni e componenti su cui investe il PNRR. Questa sede di coordinamento è indispensabile per evitare sovrapposizioni e duplicazioni nel sostegno degli interventi e viceversa ottimizzare le economie di scala e gli effetti a cascata che possono derivare da uno stretto raccordo tra programmazioni, fonti finanziarie e livelli di attuazione nei territori.

Per quanto riguarda alcuni temi specifici, la CGIL ha evidenziato i seguenti aspetti.

  • L’ingente mole di risorse a disposizione e tra queste in particolare quelle provenienti dal FSC, come Fondo nazionale dedicato alla riduzione dei divari territoriali e delle disuguaglianze, dovrà avere un impatto significativo sulla creazione di occupazione di qualità (nuovi posti di lavoro e/o riqualificazione di quelli esistenti); caratterizzata, cioè, da stabilità contrattuale, da tutele e garanzie (previdenziali, sul fronte della salute e sicurezza, etc.), dalla possibilità di accesso in modo periodico a percorsi di formazione per l’upskilling e reskilling delle competenze. Il perseguimento di questa finalità dovrà essere garantito a partire dalla definizione degli Avvisi pubblici con cui verranno messe a disposizioni tali risorse, che dovranno contenere cogenti condizionalità a riguardo (sullo schema della condizionalità sociale introdotta ad esempio dalla Politica Agricola Comune).
  • La CGIL è stata tra i soggetti a promuovere l’inserimento nella Bozza di Accordo di partenariato 2021-2027 di interventi di sostegno tramite il FSE+ alle esperienze di workers by out. Valuta positivamente, quindi, che anche il FSC finanzi questa tipologia di intervento, soprattutto se in modo complementare a quanto sarà programmato sui Programmi nazionali e regionali 2021-2027.
  •  Secondo la CGIL, la questione dei giovani è una delle priorità del Paese, a cui le politiche pubbliche finora non sono riuscite a trovare risposte efficaci, nonostante le tante risorse (soprattutto europee) investite². Sono necessari: 1) un coordinamento tra istituzioni pubbliche sul tema (finora assente); 2) un’adeguata infrastrutturazione formativa, specialmente al Sud, senza la quale anche rispetto a quanto previsto dal PNRR, si rischia di vanificare gli investimenti a favore delle nuove generazioni sul fronte della crescita delle competenze, dell’innalzamento dei titoli di studio, di un efficace inserimento nel mercato del lavoro e di una riduzione dello skill mismatch; 3) impostare il nuovo Programma Nazionale 2021-2027 su Giovani, donne e lavoro su una revisione delle misure fino a oggi offerte dalla Garanzia Giovani, dal momento che non sono risultate sufficientemente efficaci nel ridurre il numero dei NEET e nel contrastare la disoccupazione giovanile. Nella definizione di un nuovo quadro di coordinamento interistituzionale e di programmazione strategica di intervento sui giovani, il FSC dovrebbe svolgere un ruolo pilota, soprattutto attraverso investimenti nelle aree più svantaggiate del Paese dove le loro condizioni sono più difficili e a rischio.
  • Secondo la CGIL, il FSC in chiave addizionale dovrebbe sostenere gli investimenti sulle strategie territoriali, espressioni di coalizioni locali che promuovono una progettualità integrata di infrastrutturazione materiale e immateriale, in stretta sinergia con l’OP5 del ciclo programmatorio 2021-2027. Secondo tale approccio, dovrebbe essere sostenuto anche l’investimento sul sistema delle ZES: non solo come potenziamento di strade, porti, logistica, ma all’interno di un modello di sviluppo territoriale che investa su strumenti di politica industriale, sull’infrastrutturazione digitale e formativa, sulla qualità dell’occupazione. Per questo il sostegno finanziario alle ZES attraverso il FSC va messo in sinergia con gli strumenti di programmazione europea 2021-2027, ad esempio con uno dei prossimi Programmi nazionali come il PN Metro+ che si occupa di rigenerazione territoriale a ampio raggio.

 


¹ Questo percorso partenariale va garantito anche a livello regionale e sub regionale.

² Gli Early School Leavers rappresentano ancora una quota molto elevata di giovani italiani, i NEET sono in crescita negli ultimi 10 anni, la disoccupazione giovanile è a livello allarmante soprattutto in alcune zone del Paese (sud, aree interne), così come è allarmante il fenomeno migratorio dei giovani verso l’estero.

Scarica la nota