Dopo gli anticipi dei dati statistici sulle operazioni finanziarie sospette, emessi dalla Banca d'Italia nel luglio scorso, con la recente fine di settembre la UIF-B.d'I. pubblica il completo Report sull'antiriciclaggio riferito al 1° semestre di quest'anno. (allegato statistico)

Subito, nella prima pagina della premessa, si mette in evidenza il peso della "ripartizione territoriale" delle segnalazioni sulle operazioni di riciclo economico, valutando il trend di crescita nell'ultimo anno nelle regioni più "esposte".
Testualmente: "...i dati numerici più significativi si rilevano in Lombardia, poi nel Lazio, in Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia". Con Piemonte a un +48% e poi Emilia Romagna con +40,8%, davanti a Sicilia e Lombardia.

Una dinamica di crescita impressionante anche sul piano nazionale, con 52.967 segnalazioni nel 1° semestre 2020, cresciute a 60.220 nel 2° semestre e giunte a ben 70.157 nel 1° di quest'anno.
Attenzione. Numeri ulteriormente aggravati dal fatto che in questi ultimi tre anni è cresciuta anche la "attendibilità" delle segnalazioni ricevute dalla UIF e pure girate alla Magistratura: dal 17,1% delle "non rilevanti" si è giunti al recente 8,4% e con un "rischio più elevato" riferibile ai traffici illegittimi economico-finanziari, superiori ai 400 mila euro. Le "forme tecniche" più diffuse ed utilizzate per il riciclaggio illegale e malavitoso, sono i bonifici nazionali e transnazionali, operazioni societarie, carte di pagamento, operazioni immobiliari...con però una modalità radicata sullo sfruttamento del lavoro nero ed irregolare, che il Report evidenzia con forza, attraverso la costituzione di società fasulle e la "compiacenza di consulenti", con versamenti fasulli di contributi pensionistici e sanitari a lavoratori invece in nero.
Un aggiornamento in peggio anche per il traffico "money transfer" di risorse in nero per riciclo nei Paesi Paradisi Fiscali. Una crescita del 109,5% nel numero delle segnalazioni paradisiache che però riguardano un numero di operazioni cresciute di un incredibile +200,55% rispetto ad un anno fa.

La mappa di pag. 31 (allegato 2) mostra proprio che le regioni Emilia Romagna e Liguria sono le più vocate ai paradisi.
Una realtà economica, produttiva e finanziaria che si sta ancor più inquinando col fare illegale e malavitoso, che allarga gli ingressi mafiosi nella nostra rete aziendale, e che impone l'adozione urgente di contromisure di contrasto e, soprattutto, di prevenzione istituzionale e sociale a partire dai territori. I dati così riassunti evidenziano una situazione molto preoccupante di cui purtroppo non se ne parla. Sarebbe opportuno che a partire dalle strutture territoriali si mettessero in campo iniziative adeguate con l'obiettivo di sensibilizzare società civile e istituzioni.