"In Italia le donne continuano ad essere uccise al ritmo di una ogni tre giorni. La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani, eppure in molti casi viene ancora sottovalutata quando non banalizzata. Secondo una ricerca del 2017 fatta dalla Commissione parlamentare sul femminicidio, almeno il 50% delle denunce di reato viene archiviato". E' quanto dichiarato dalle responsabili delle politiche di genere di Cgil Cisl e Uil Loredana Taddei, Liliana Ocmin e Laura Pulcini."I numeri ci dicono che non c'è sufficiente impegno da parte della politica e delle istituzioni nel contrasto alla violenza maschile, con finanziamenti ai centri antiviolenza e alle case rifugio esigui ed esigibili in tempi lunghi. Nel nostro Paese - proseguono le dirigenti sindacali - si affronta quasi esclusivamente la violenza domestica, ma la violenza sulle donne ha forme diverse, dalle mura di casa a quella nei luoghi di lavoro, di cui quasi mai si parla e che è in assoluto la meno denunciata. Anche se il fenomeno è molto esteso: i dati parlano di un milione e 173 mila donne che hanno subito molestie o ricatti sul posto di lavoro, durante la loro vita, pari all’8,5% delle lavoratrici. Solo lo 0,7% delle donne però - fanno sapere - ha denunciato, per paura di perdere il lavoro e vergogna di essere giudicate dalla società e dai familiari, per mancanza di fiducia nelle forze dell’ordine, perché pensano che sia meglio trovare soluzioni individuali e in tante, troppe, preferiscono lasciare il lavoro o rinunciare alla carriera"."Le iniziative del movimento “MeToo” hanno rotto il silenzio, facendo emergere ricatti, molestie e violenza in alcuni comparti di lavoro, incoraggiando altre donne ad uscire dall’ombra per affrancarsi definitivamente dalla violenza. Dobbiamo fare in modo - spiegano Loredana Taddei, Liliana Ocmin e Laura Pulcini - che l’atto della denuncia attraversi tutti i contesti lavorativi, perché il fenomeno riguarda il mondo del lavoro nella sua totalità e ogni area del pianeta. Non a caso, il nostro impegno non si ferma a livello nazionale ma travalica i nostri confini, attualmente attraverso il sostegno alla Campagna “Stop alla violenza nei luoghi di lavoro” per l’approvazione di una Convenzione e Raccomandazione dell’ILO in materia"."Il tema delle molestie, violenze, ricatti e discriminazioni nei luoghi di lavoro - avvertono -  ci chiama in causa come organizzazioni sindacali e su questo abbiamo voluto mettere l'accento quest’anno in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, anche alla luce dei numerosi accordi aziendali e territoriali da noi sottoscritti in seguito al recepimento dell’Accordo quadro europeo sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro".Il Manifesto unitario per il 25 Novembre “Donne libere dalla violenza nel lavoro” e la mobilitazione in ogni territorio per porre fine alle violenze e alle molestie di genere, concludono  le dirigenti sindacali "vogliono ribadire l'impegno di Cgil Cisl Uil per fare dell’ambiente di lavoro un luogo sicuro e rispettoso della dignità non solo delle lavoratrici e dei lavoratori ma di tutte le persone che vi operano. Per il diritto delle donne alla libertà, al rispetto, nella vita privata e nel lavoro, e ad una vita senza violenza".