Riportiamo il documento contenente le proposte della CGIL, condivise con la FLC, per una profonda revisione dei PCTO che costituiranno la base dello specifico confronto richiesto al Ministro Valditara in seguito all’incontro svoltosi il 26 gennaio 2023.


Il quadro normativo

L’Alternanza Scuola Lavoro è divenuta obbligatoria in tutti gli Istituti di istruzione secondaria superiore di II grado con l’approvazione della Legge n. 107 del 2015. Successivamente la legge n. 145 del 2018 (Legge di bilancio 2019) ha disposto la ridenominazione dei percorsi di Alternanza Scuola Lavoro in “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” (PCTO) e una riduzione della durata dei percorsi da svolgere nell’ultimo triennio che ora ammontano a 210 ore negli istituti professionali, 150 negli istituti tecnici e 90 nei licei (con la Legge n. 107 del 2015 erano 200 ore nel triennio dei Licei e 400 ore nei Tecnici e Professionali).
I PCTO restano comunque obbligatori per gli studenti e per le studentesse e sono la condizione per l’ammissione agli esami di Stato (non per il corrente anno a seguito del Milleproroghe - art.5 comma 11).

La situazione e le criticità

I PCTO in questi anni, nonostante le modifiche attuate, hanno sollevato numerose critiche da parte della comunità scolastica (studenti, insegnanti). Ciò che si contesta, tra l’altro, è un’idea dei PCTO prevalentemente declinata a sviluppare negli studenti competenze tecnico-operative per una immediata occupabilità in funzione delle esigenze produttive e competitive delle aziende e del sistema economico, trascurando la valenza formativa e didattica di un’esperienza che non può essere limitata alla sola dimensione lavorativa e occupazionale, ma che deve essere finalizzata alla conoscenza e alla crescita integrale della persona. Aver reso obbligatorie le attività di PCTO ha costretto le scuole a scelte non sempre valide sia sul piano formativo – impedendo di poter scegliere i soggetti ospitanti in base alle effettive esigenze degli studenti e in piena coerenza con gli indirizzi di studio – che sul piano della sicurezza.
Ciò ha limitato la possibilità di selezionare le aziende ospitanti sulla base delle maggiori garanzie riguardo la sicurezza e le misure di prevenzione dai rischi.
Non meno problematica la ricerca delle aziende ospitanti (spesso assenti o insufficienti sui territori oppure collocate in zone periferiche, insicure e difficilmente raggiungibili dagli studenti) che ha ridotto in modo selettivo le possibilità di attuare le convenzioni: ne è seguito il collocamento contestuale di molti/e ragazzi/e presso gli stessi contesti produttivi, con scarsa attenzione prestata ed esito negativo sul piano della motivazione.
A queste criticità d’impostazione si aggiungono le difficoltà sul piano organizzativo e gestionale delle scuole che sono state chiamate a far fronte all’attuazione dei PCTO senza la dovuta preparazione (ad esempio del personale docente coinvolto) e senza il necessario supporto (il tutor scolastico assolve un impegno aggiuntivo pressoché non-retribuito), condizioni che hanno fortemente compromesso la qualità e la funzionalità dei percorsi effettuati dagli studenti.
Uno degli aspetti maggiormente critici che è emerso con evidenza è quello relativo alle condizioni di sicurezza in cui si svolgono i PCTO. Purtroppo, i numerosi infortuni – in alcuni casi anche mortali – a danno degli studenti dimostrano l’estrema inadeguatezza delle misure di sicurezza adottate a tutela della salute degli stessi. Le condizioni di rischio nei contesti lavorativi sono vieppiù inaccettabili per ragazzi e ragazze minorenni che stanno svolgendo un’attività formativa ed educativa che invece rischia di essere fortemente compromessa se non viene garantita l’assoluta sicurezza e salubrità dell’ambiente di lavoro.
Per tutti questi motivi riteniamo indispensabile rivedere in profondità il nesso tra istruzione, formazione e lavoro, ridefinendo i limiti e gli obiettivi delle esperienze di apprendimento in contesto lavorativo che devono essere legate al curricolo scolastico e del tutto coerenti con il percorso di formazione e non viceversa.
Ribadiamo al tempo stesso la centralità dell’esperienza concreta nell’apprendimento che è da ricollocare all’interno del sistema di istruzione attraverso il ripristino delle ore di laboratorio, tagliate dalla riforma Gelmini.

Le proposte:

  • riaffermare i PCTO – abolendone l’obbligatorietà – come opportunità formativa pienamente inserita e valorizzata nei percorsi di studio frequentati dalle studentesse e dagli studenti;
  • prevedere – in vista dell’abolizione dell’obbligatorietà dei PCTO e di un loro profondo ripensamento – l’eliminazione del monte ore obbligatorio, affidando alle scuole piena autonomia di progettazione sia nei contenuti dei percorsi che nel monte ore complessivo, e la libertà nella selezione delle aziende ospitanti con i requisiti necessari a garantire il massimo della tutela e sicurezza agli studenti;
  • introdurre chiari dispositivi che evitino che tali percorsi possano mascherare rapporti di lavoro subordinato o parasubordinato gratuito;
  • vietare l'utilizzo di studenti in mansioni lavorative in sostituzione di specifiche posizioni professionali all’interno del soggetto ospitante;
  • istituire un registro delle imprese coinvolte nei PCTO che siano dotate di un profilo di responsabilità e di idoneità (c.d. “bollino blu”) per poter sostenere le scuole nella progettazione di percorsi dall’alto valore formativo. Per questo, le aziende devono garantire standard di qualità rigorosi e vincolanti a partire dal rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori oltre che dalla piena e rigorosa attuazione della normativa sulla sicurezza che, in presenza di alunni in formazione, comporta rischi supplementari;
  • investire in formazione in materia di sicurezza per studenti, tutor scolastico, insegnanti, RSPP, RSU, RLS, DS. Al fine aumentare la prevenzione del rischio, va innalzato in modo generalizzato il livello di conoscenze e competenze nell'ambito del diritto del lavoro, della salute e sicurezza sul lavoro.
  • assicurare e certificare che gli studenti, essendo equiparati ai lavoratori ai sensi del D. Lgs.81/2008, seguano i corsi di formazione obbligatori in materia di sicurezza sul lavoro, non solo quelli di formazione generale (non inferiore a 4 ore) in carico alla scuola ma anche quelli di formazione specifica a carico all’azienda, tra le 4 e 12 ore ulteriori in base alla tipologia di rischio a cui appartiene la struttura ospitante (come prevede la “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro”- Decreto MIUR n. 195/2017). Le attività relative al PCTO presso i soggetti ospitanti dovrebbero essere intraprese dallo studente solo dopo avere svolto i due moduli di formazione;
  • prevedere che il numero degli alunni che partecipano alle attività in azienda sia congruo al livello di rischio cui appartiene la struttura ospitante (in una proporzione studenti/tutor aziendale non superiore al rapporto di 5 a 1 per attività a rischio alto, non superiore al rapporto di 8 a 1 per attività a rischio medio, non superiore al rapporto di 12 a 1 per attività a rischio basso, come dispone la citata “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola lavoro”);
  • assicurare che la sorveglianza sanitaria (di cui all’articolo 41 del decreto legislativo 81/2008) non si limiti alla visita preventiva da effettuarsi da parte del medico competente, ma duri per tutta la durata del percorso di formazione sul lavoro. Le scuole necessitano di finanziamenti ad hoc per pagare le visite;
  • istituire un albo dei tutor aziendali con competenze specifiche per gestire le attività di formazione oltre che garantire le particolari condizioni di sicurezza degli alunni ospiti;
  • assicurare durante le attività degli alunni in azienda, la presenza del tutor aziendale, con l’interruzione dell’attività ogni qual volta il tutor aziendale non possa garantire la sua presenza e assistenza durante l’attività nel contesto lavorativo;
  • garantire che la scuola e il tutor scolastico possano vigilare affinché le condizioni di sicurezza siano sempre assicurate dall’ente ospitante. Particolare attenzione va indirizzata a rilevare eventuali comportamenti che violino la dignità e il rispetto (molestie sessuali e di genere);
  • prevedere il ruolo delle organizzazioni sindacali e RSU, allo stato del tutto assente nella normativa (ad esempio prevedendo che il DVR aziendale aggiornato con le misure di sicurezza adottate per ospitare gli studenti sia sottoposto ad informativa anche delle RLS di scuola);
  • rivedere e aggiornare la normativa con norme specifiche per la tutela sanitaria e assicurativa degli alunni in PCTO (anche al fine di evitare quanto accaduto di recente con la mancata erogazione di indennizzo da parte dell’INAIL, per uno studente morto durante uno stage);
  • applicare anche nell’istruzione e formazione professionale “la carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro”, superando l’opposizione delle Regioni, espressa formalmente il 27 luglio 2017, che crea pesanti discriminazioni fra gli studenti e rende sempre più debole il presidio delle istituzioni educative sul percorso formativo degli studenti;
  • ricondurre i tirocini extracurriculari alla propria natura di attività formativa riducendone il campo di utilizzo.