Roma, 17 dicembre – “Esprimiamo grande soddisfazione per la sentenza di enorme importanza pronunciata il 14 dicembre dalla Corte di Giustizia Europea, con cui si stabilisce che i diritti dei bambini di una coppia omogenitoriale, il cui atto di nascita è registrato in un Paese terzo, devono essere riconosciuti anche negli Stati membri dove non è previsto il riconoscimento della filiazione tra persone dello stesso sesso”. È quanto dichiara il responsabile Ufficio Nuovi Diritti della CGIL nazionale Sandro Gallittu.

La Corte è stata chiamata a pronunciarsi dal Tribunale amministrativo di Sofia dopo la presentazione del ricorso da parte di due donne bulgare coniugate in Spagna, paese in cui nel 2019 hanno avuto una figlia ottenendo un atto di nascita con la menzione della doppia genitorialità. La Bulgaria ha negato loro il rilascio del documento d’identità e del passaporto della minore, eccependo la “mancanza di informazioni sulla madre biologica” e perché ‘”a menzione delle due madri è contraria all’ordine pubblico bulgaro che non contempla il matrimonio tra persone dello stesso sesso”. Ma la sentenza stabilisce che le autorità sono tenute al rilascio dei documenti che consentano al minore di esercitare il proprio diritto di circolazione e soggiorno in qualunque Stato membro insieme a ciascuno dei due genitori.

Gallittu spiega che “la sentenza si basa essenzialmente sul soddisfacimento di tre principi: il diritto del minore a condurre una normale vita familiare sia nello Stato membro ospitante che in quello in cui abbia la cittadinanza; quello dei genitori di accompagnare il minore nell’esercizio dei suoi diritti; il diritto alla libera circolazione, che implica il fatto di disporre di un documento che autorizzi i genitori a viaggiare col minore. Per la Corte – prosegue – questo non costituisce violazione dell’ordine pubblico o dell’identità nazionale dello Stato membro, che sarà libero di continuare a non prevedere, nel proprio ordinamento interno, il matrimonio o la filiazione tra persone dello stesso sesso”.

“Crediamo – conclude il responsabile Nuovi Diritti della CGIL nazionale – che la sentenza rappresenti un ulteriore tassello nel riconoscimento dei diritti fondamentali dei minori a partire da quello alla libera circolazione e alla vita familiare, oltre che un passo decisivo verso l'inclusione e il pieno riconoscimento nell'ordinamento europeo di tutte le forme familiari”.