Roma, 16 maggio - “Come accade dal 2004, si celebra anche quest'anno, il 17 maggio, la giornata mondiale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia: in questa data, nel 1990, l’OMS ha cancellato l’omosessualità dal novero delle malattie mentali, cosa poi avvenuta, nel 2018, anche riguardo alla transessualità. Quest’anno la ricorrenza si intreccia con la crisi sanitaria mondiale che tutte e tutti stiamo vivendo. Una crisi sanitaria che ben diversamente da quanto affermato da alcune voci, che l’hanno assimilata a una livella, ha, come ogni crisi, accentuato le discriminazioni e le diseguaglianze”. Così in una nota Sandro Gallittu responsabile ufficio nuovi diritti della Cgil nazionale.“L’esperienza italiana e mondiale - sottolinea il sindacalista - ci dicono che la legislazione d’emergenza ha accentuato le difficoltà di alcuni soggetti più di quanto avvenuto con altri: basti pensare, a titolo di esempio, alle problematiche delle persone in transizione che essendo costrette a un percorso di rettifica anagrafica ancora medico-giudiziario hanno pesantemente risentito dei blocchi e delle limitazioni sia dell’attività medica ordinaria che dell’attività giurisdizionale. Oppure - prosegue - , per fermarci a un altro caso eclatante, pensiamo alle ricadute sui bambini e le bambine figli di famiglie omogenitoriali, soprattutto durante la fase 1, del mancato riconoscimento della genitorialità dei genitori intenzionali non ancora riconosciuti da sentenza: tutto questo si è spesso tradotto nell’impossibilità di quei minori di incontrare i loro genitori durante il momento peggiore dell’emergenza nel quale i bisogni affettivi erano forse ancor più importanti di sempre”.Per allargare l’orizzonte al contesto internazionale, spiega Gallittu “quel che è successo nel nostro Continente, in Ungheria o in Polonia, è sotto gli occhi dell’opinione pubblica e si è tradotto in una pesantissima limitazione dei diritti civili e delle libertà personali”.Gallittu ricorda come “proprio pochi mesi prima dell’emergenza si era finalmente avviato l’iter parlamentare delle proposte di legge contro l’omo-bi-transfobia e in particolare di quella che ha come primo sottoscrittore l’onorevole Zan. Avevamo segnalato - ricorda il sindacalista - , quando auditi, e lo ribadiamo in questa occasione, che pur salutando con favore una proposta tesa ad allargare le fattispecie della legge Mancino per il contrasto ai crimini d’odio, siamo dell’avviso che il vero contrasto sta nell’allargamento dei diritti delle persone che nel contempo contribuisca ad un diverso e più positivo approccio da parte dell’opinione pubblica verso le persone LGBT+: servirebbe estendere il matrimonio a tutte e a tutti a prescindere dall'orientamento sessuale; servirebbe, per le famiglie omogenitoriali, il pieno riconoscimento delle due figure genitoriali fin dal momento della nascita delle loro figlie e dei loro figli; servirebbe la cancellazione degli ultimi divieti della legge 40 in modo da consentire l’accesso alle tecniche di procreazione assistita alle coppie dello stesso sesso; servirebbe introdurre nelle scuole una corretta informazione e formazione per il rispetto delle differenze; servirebbe una profonda revisione della legge 164/1982 che consentisse alle persone in transizione una reale autodeterminazione”.“Oggi come e più di prima serve un cambio di passo che riconosca diritti uguali per il solo fatto di essere persone, a prescindere da orientamento sessuale, identità di genere, genere di appartenenza, etnia di provenienza e fede religiosa, nel pieno rispetto del dettato Costituzionale” conclude Gallittu.