Il 27 e 28 aprile, a seguito di convocazione del Capo di Gabinetto si sono tenuti due incontri: sulla riorganizzazione ANPAL e della Direzione Generale delle politiche attive del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, alla presenza dello stesso Capo di Gabinetto e del Commissario ANPAL il 27, mentre del solo Commissario il 28. Erano inoltre presenti le organizzazioni sindacali confederali e le categorie di riferimento.

Di seguito il resoconto con gli esiti delle due riunioni.

Il Capo di Gabinetto, nella sua relazione introduttiva, nulla ha aggiunto di nuovo rispetto a quanto abbiamo già avuto modo di comunicare con la nota dello scorso 4 aprile se non per le puntualizzazioni rispetto alla paventata intenzione della costituzione di un Polo di Ricerca all’interno del Ministero.
In proposito ha chiarito che tale Polo, nelle intenzioni del Ministro, nei fatti vorrebbe determinarsi come un Centro Studi di ricerca riferito a diverse discipline pubbliche quali, Lavoro, Previdenza, Sociali e Politiche attive, il tutto dentro l’ambiziosa idea di dotare il Ministero di un centro di analisi e di elaborazione distinto e autonomo.
Questo Centro studi vedrebbe la presenza di operatori di ricerca, sostanzialmente oggi in capo ad ANPAL che volontariamente accetterebbero di trasferirsi nella nuova istituzione ministeriale, fatte salve tutte le prerogative sindacali e contrattuali.
Nel chiudere la sua introduzione il Capo di Gabinetto ha precisato che la nuova istituzione prenderebbe il nome di Dipartimento Studi di Ricerca.
Come CGIL, anche in considerazione degli esiti dell’assemblea del personale di ANPAL, che nella quasi totalità ha dichiarato la propria contrarietà al progetto, nonché le già segnalate difficoltà di attuazione dell’opera di smantellamento di ANPAL, abbiamo chiesto che nulla di tutto quanto ci è stato riferito nei due incontri trovi attuazione già nell’imminente approvazione del Decreto Lavoro e tanto meno in provvedimento di Disegno di Legge. 
I provvedimenti adottati dal Consiglio dei ministri dello scorso 1° maggio, così per come li conosciamo in bozza, in effetti, confermano l’assenza di tali proposte di merito.
Altresì abbiamo evidenziato l’evidente contraddizione che si verrebbe a determinare tra il costituendo Dipartimento della Ricerca con l’esistente Istituto INAPP ente di ricerca, deputato, per ruolo, all’analisi ricerca e controllo di tutte le politiche pubbliche.
Al Capo di gabinetto abbiamo anche chiesto di valutare in alternativa, la possibilità di rivedere il rapporto con gli enti vigilati, nell’ambito delle attività strumentali e funzionali al Ministero del Lavoro al fine di svolgere ciò che è stato ipotizzato, salvaguardando in questo modo l’autonomia tipica degli Enti Pubblici di Ricerca.
In ultimo abbiamo sottolineato, in considerazione di quanto già preannunciato nella riunione del 3 aprile a proposito delle operazioni di trasferimento delle competenze al Ministero, ora in capo ad ANPAL, quali, la gestione dei programmi cofinanziati dal Fondo sociale europeo e relative autorità di gestione, il Coordinamento del Fondo Sociale Europeo, FSE+ e altre responsabilità non direttamente legate al FSE, come la gestione del Fondo Nuove Competenze, l’autorità di gestione del Programma GOL, la gestione del Sistema informativo unitario, SIU, delle politiche del lavoro, la vigilanza dei Fondi interprofessionali, la gestione e programmazione del Programma EURES per la mobilità europea dei lavoratori, il possibile e forte impoverimento della stessa ANPAL fino a farla forse diventare superflua.
E ancora, abbiamo ribadito, così come le altre organizzazioni sindacali presenti, la forte preoccupazione riferita al futuro di tutto il personale, tanto per il personale di ricerca tanto per i lavoratori del
Ministero inquadrati quali funzioni centrali.
A tal riguardo, ci è stato comunicato che questa ipotesi verrà considerata praticabile solo in presenza di un consenso maggioritario delle organizzazioni sindacali che, al momento, non risulta esserci e che ciò verrà comunicato alla Ministra, per le valutazioni del caso.
Abbiamo altresì ribadito l'importanza che l'operazione del passaggio di competenze sia svolta in modo adeguato, così da garantire la programmazione in corso e da tutelare il personale coinvolto.
L'incontro si è concluso con l'impegno a riaggiornarsi per affrontare tutte le questioni sul tavolo, nessuna delle quali, ad oggi, ha trovato una definizione.