Nelle prossime settimane il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa sarà chiamato a decidere sul reclamo collettivo della Cgil, presentato circa tre anni fa e ancora pendente, contro il governo italiano sulla violazione dei diritti delle donne che intendono accedere all'interruzione di gravidanza (secondo le modalità previste dalla legge 194/78) e dei medici non obiettori di coscienza. Questo l'esito - fa sapere la Cgil - dell'udienza pubblica che si è tenuta il 7 settembre 2015, a Strasburgo, davanti al Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa, "Nel corso dell'udienza - si legge in una nota del sindacato - la Cgil, rappresentata dai suoi legali, ha risposto alle domande formulate dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali e messo in evidenza che alle problematiche già accertate in una prima decisione di condanna nei confronti dell'Italia (8 marzo 2014) per la violazione della legge 194, determinata dall'elevato e crescente numero di medici obiettori di coscienza e dalle inadempienze degli ospedali e delle Regioni, non è stata data definitiva soluzione". "La Cgil - commenta il segretario generale, Susanna Camusso, - ritiene a questo punto urgente un incontro con la Conferenza Stato-Regioni per superare definitivamente la condizione di violazione dei diritti delle donne e dei medici garantiti dalla Costituzione italiana e dalla Carta Sociale Europea".