Roma, 9 aprile - “Riteniamo utile il confronto periodico tra Ministero e parti sociali, ma occorre concretizzare il ruolo del partenariato ai tavoli tematici specifici e avviare una discussione di merito sui testi e sulle schede progettuali, di modo da poter dare il nostro contributo alla programmazione del grande piano d'investimenti che il Paese si appresta a varare con le risorse del Pnrr, dei fondi strutturali europei e le altre fonti di finanziamento messe a disposizione dallo Stato. Ogni sforzo per la ripresa non può che passare dalla capacità di rilanciare l'occupazione di qualità e i diritti nel lavoro”. È quanto dichiarano in una nota Cgil nazionaleFillea Cgil e Filt Cgil a commento della riunione con il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili sul Pnrr.Per la confederazione e le due categorie “è importante che sia stata evidenziata l'assoluta necessità di integrare le risorse del Pnrr, che devono essere utilizzate entro il 2026, con quelle europee e nazionali per poter completare entro il 2030 molte opere strategiche. Sosteniamo da tempo - proseguono - che occorre considerare tutte le risorse a disposizione, in una logica integrata che guardi ad un quadro strategico più ampio”.La Cgil si sofferma poi su alcuni punti emersi che considera apprezzabili: “la destinazione del 58% del Pnrr al Mezzogiorno e che i nuovi grandi progetti nel Sud dovranno essere confermati come strategici, per essere conclusi con risorse nazionali entro il 2030; il potenziamento del personale della Pubblica Amministrazione per la messa a terra dei progetti; l’ulteriore investimento sulle Zes; il ripristino del finanziamento delle strade provinciali nelle zone interne; l'incremento degli investimenti nel Tpl e l’ammodernamento della flotta commerciale con possibilità di cambio del sistema di alimentazione”.“Altrettanto positivo - continuano - che il Ministro abbia ribadito la non opportunità di sospendere il Codice degli Appaltievidenziando la necessità di accelerare la fase a monte dell'appalto e intervenendo sulla qualità delle stazioni appaltanti, potenziandole con risorse umane, e per semplificare le procedure burocratiche e autorizzative”. Su quest'ultimo aspetto, Cgil, Fillea e Filt sottolineano però in conclusione che “la Cgil vuole partecipare e avere un ruolo nella discussione sulla semplificazione, e non accetterebbe una manomissione o un indebolimento del Codice”.