Roma, 11 dicembre - “Un accordo positivo poiché innalza le ambizioni nella lotta contro il cambiamento climatico, ma si può e si deve fare di più”. Così la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, commenta l’intesa raggiunta dal Consiglio Europeo sulla riduzione delle emissioni di gas serra dell'Ue del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.“L'incremento della temperatura globale - ricorda la dirigente sindacale - deve essere contenuta entro 1.5°, così come definito cinque anni fa dall’accordo di Parigi”. “L’obiettivo della riduzione del 55% delle emissioni di gas serra - spiega Fracassi - è complessivo per l’intera Unione europea, e non vincola i singoli Stati. Ad essi viene infatti lasciato il diritto di scegliere il proprio mix energetico e le tecnologie per raggiungere collettivamente il target 2030.  Così - avverte - non solo si rischia che il 55% non sia sufficiente, ma anche che non sia raggiungibile”.

Per Fracassi l'Italia, che ha assunto la presidenza del G20 e che sarà co-presidente, con la Gran Bretagna, della prossima conferenza Onu sul clima, “deve svolgere un ruolo più forte e determinante per potenziare le politiche per il clima”. “Dal Governo ci aspettiamo un’assunzione di responsabilità - conclude Fracassi - a partire dall'immediata revisione del Piano nazionale integrato clima energia e da investimenti molto significativi sia con le risorse europee che con quelle nazionali per sostenere la transizione ambientale e per tutelare e creare lavoro".